Editoriale di chiusura festival

Cosa rimane?

Per mesi mi sono chiesto cosa sarebbe rimasto dopo la prima edizione del Gualtieri Buskers Festival; una edizione sofferta, rinviata per quei maledetti terremoti che tanti danni hanno fatto alla nostra Emilia, una edizione fortemente voluta per dare una scossa (figurativa questa volta, e scusate il pessimo gioco di parole) al nostro centro storico. Beh, ora so cosa rimane e vorrei condividerlo con tutti voi lettori.

Rimane la stanchezza: ok, sono fuori forma lo so, ma a 48 ore avere ancora i muscoli irrigiditi e le articolazioni “incriccate” non è male. È una stanchezza buona però, piacevole; come il senso di spossatezza dopo una nuotata o una corsa. Ti senti il corpo pieno di endorfine…e ti piace, oh se ti piace.

Rimane la paura che qualcosa potesse andare storto, e qualcosa in effetti è andato storto ma comunque nei limiti dell’accettabile viste le premesse.

Rimane la sensazione sulla pelle di quel vento pomeridiano che ha abbattuto il murales di 50 metri quadrati; per fortuna non si è fatto male nessuno e i ragazzi lo avevano quasi completato cosicché la gente ha comunque potuto ammirarlo, anche se steso a terra non rende come guardarlo in verticale.

Rimane il piacere di aver ricevuto dei complimenti sinceri (tanti, più di quelli che potessi immaginare) per quanto fatto, complimenti che condividerò più avanti in questa lettera con chi di dovere.

Rimane il senso di benessere che mi dava vedere i volti dei bambini truccati, o incantanti dal trampoliere o dal giocoliere che fa volare le clave infuocate.

Rimane la soddisfazione di vedere gli adulti ridere delle battute del comico, e i loro figli riderne per le espressioni buffe e i movimenti repentini.

Rimane la sicurezza di poter contare sui componenti dei Tamburi del Crostolo, sugli amici con cui abbiamo intrapreso questo percorso che è solo agli inizi.

Rimane lo stupore nel vedere il mercatino che prendeva forma man mano nelle prime ore del mattino ed quanto era bello sentire svanire piano piano la paura di aver fatto un buco nell’acqua.

Rimane da fare alcune scuse ai mercatini per qualche pecca "logistica": era la prima edizione e grazie ai vostri preziosi consigli di certo si andrà sempre migliorando.

Rimane da ringraziare gli artisti intervenuti: grazie quindi a Benny con la sua spontanea ironia; James e Nino con gli Oudjembe per i loro ritmi da “Mille e una notte”; ai Mattacchioni Volanti con la loro favolosa magia; a Michele con il suo organetto da barberia magnifico (mannaggia al vento che gli ha impedito di allietarci fino a sera); a Riccardo e ai suoi “fratelli” writers per la loro interpretazione contadina (la tigre di Ligabue era stupenda); ad Antonio Campanini e alla sua associazione MorniMost che ci ha procurato Gli Spavaldi (siete fuori di testa ragazzi!!), Geppo e Andrea Oranje; ai Miatralvia con il loro fare “straminato” e sempre piacevole da vedere soprattutto abbinato alla loro grande maestria nel suonare ogni cosa egregiamente; alle Azadeh, ballerine orientali molto professionali e soprattutto amiche alle quali dobbiamo un favore, all’assaciazione Cantierart di Modena per averci tenuto compagnia durante la mattinata truccando i bambini (e anche qualche adulto).

Rimane da ringraziare alcune persone con cui ovviamente voglio condividere i complimenti di cui ho parlato prima. Grazie quindi a Valerio Bigi per l’ottima mostra organizzata (e di riflesso grazie anche a tutti i fotografi che ci hanno "prestato" i loro scatti in cui sembriamo un gruppo quasi serio); grazie a Marcello Maziga per le doti di pittore, muratore, factotum; grazie a Michele Miracco per essersi trasformato in Mr. Wolf (“Sono il Sig. Wolf, risolvo problemi” diceva in Pulp Fiction), e vi assicuro che il problema che avevamo alle 7 di mattina era piuttosto serio; grazie a Mattia infaticabile lavoraore; grazie a mamma Marghe senza la quale non so cosa avrei fatto del mercatino e di tutte le pratiche burocratiche; grazie a Marco Branchini che nonostante la notte in bianco si è presentato al mattino presto ed è rimasto con noi fino a sera. Come non ringraziare le nostre moglie e compagne poi? Grazie alla mia, Maria Josè, a Greta, a Maura e a Kikka. Grazie per sopportare e supportare i vostri uomini.

Rimane da ringraziare il pubblico intervenuto che è rimasto fino all’esibizione dell’ultimo artista alle 20 passate ormai. Senza il pubblico, non esisterebbe niente.

Rimane, infine, da darvi appuntamento all’anno prossimo (forse metà maggio). Ho già alcune idee in testa quindi preparatevi!

NON SMETTETE DI SOGNARE, MAI. PERCHÉ SOGNARE È VITA; SUONARE…ANCHE!!!

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